I mercatini

 

Roma 11 agosto 2022

 

Mi è capitato presso uno dei molti posti in cui ho lavorato di vivere una situazione praticamente fuori dal normale. Edificio vecchissimo, invaso da topi, gatti e formiche. Invaso nel senso che mentre sei in ufficio il gattino entra in stanza ed inizia a passeggiare sotto le scrivanie; oppure mentre vai in bagno il tenerissimo topolino di campagna (e non solo di campagna) ti taglia la strada guardandoti anche in modo anomalo. Personale che ama passare ore ed ore nello spiazzale adiacente al bar per fare pubbliche relazioni dopo un caffè. Si perché di caffè in questa azienda ne prendono molti e, di pubbliche relazioni ne fanno a centinaia da come spesso ho potuto vedere.

“Buongiorno, prendi il caffè? Dai ti accompagno” e in sette scendono al bar ma in realtà il caffè è solo per uno. Gli altri sei accompagnano. E’ ovvio che dopo una mezz’ora il caffè va anche all’altro collega quindi si ricomincia: “A Robè, annamose a pià un caffè va…” “Si dai Germà che devo inizià a carburà ancora oggi; mo passo dall’altri e vedo se qualcuno scende cò noi”… Pertanto la comitiva riparte ma sempre e solo per uno o al massimo due caffè. Dopo, ovviamente un paio di loro vanno a prendere una boccata d’aria con la scusa della sigaretta fuori nella terrazza adiacente pertanto la comitiva rimane compatta. Tra riffe e raffe partono altri trenta minuti. Li senti parlare del campionato, di politica, del proprio gatto che sta in perfetta salute, di babbo natale ecc. A fine giornata conti gli stessi individui varcare la porta del bar almeno una decina di volte al giorno, poi, c’è la pausa pranzo che da un’ora si trasforma a 80/90 minuti. Si perché ovviamente la pausa pranzo è per il pranzo, poi c’è il tempo di arrivo passando per la terrazza, il dopo passando per il bar e nuovamente terrazza. Qui abbiamo la mensa ed è molto grande oltre che super fornita. Addirittura fanno le pizze. Potete immaginare… sembra di stare il sabato sera o la domenica a pranzo fuori.

La mattina il bar apre alle 8.30 e già trovi cornetti caldi, bombe ripiene, sfogliatelle e biscotti confezionati. Ci sono torte e ciambelloni di vario genere che puoi accompagnare con bevande calde o fredde. In pratica un vero e proprio bar. Tra l’altro tutti i dipendenti pagano una sciocchezza, tipo ad esempio un caffè costa sessanta centesimi quindi, se prima ne prendevi tre al giorno adesso sono sei. Trovi gente in fila quando ancora la serranda è chiusa che aspetta di fare colazione ma, mica perché ha da lavorare, solamente perché essendo tra i primi riesce a prenotarsi una fantastica bomba alla nutella. Una volta fatto lo scontrino hai a disposizione per consumare il classico bancone o i tavoli al bar oppure i comodi tavolini in veranda. Insomma il bar sotto casa da me non ha tutte queste comodità. Fanno spremute, centrifughe ed estratti di vario genere. Cioccolate calde per scaldare le fredde giornate invernali ed una vasta scelta di succhi di frutta. Verso le dieci inoltre il bancone degli alimenti si popola di tramezzini di vario genere, panini integrali o non, piatti freddi a portar via. Tutto sempre mica per il troppo lavoro ma, solo per comodità magari di mangiarselo in ufficio davanti una serie Netflix.

Verso le 12.30 invece si iniziano a vedere file presso i due ristoranti o alla pizzeria. Qui c’è veramente l’imbarazzo della scelta; credo che al supermercato si trovi meno roba. Lo stile ovviamente è tipo mensa; ci sono gli addetti che ti servono mentre con il vassoio passi davanti i vari settori alimentari. Trovi dal primo al dolce per non parlare poi delle feste quando ti viene data anche la possibilità di scegliere se una fetta di panettone o pandoro. Poi passi in cassa e paghi quanto preso. Quando invece vuoi la pizza è il contrario: in pratica prima vai in cassa per ordinare il gusto poi, aspetti che chiamino il tuo numero per il ritiro della pizza. Ci sono anche i fritti… Bevande, ne abbiamo di ogni genere anche birre; praticamente hai l'imbarazzo della scelta.

Tutto questo puoi decidere se mangiarlo negli appositi locali o, se fatto confezionare “a portar via” in ufficio o fuori in giardino. Come scritto prima in molti si fanno le tavolate in stanza davanti ad una partita in differita o un bel film. Alcuni sono invisibili o meglio, li vedi timbrare l’entrata e poi non uscire più. Usano la famosa tecnica della mimetizzazione in modo che se non li vedi non sai se ci sono pertanto non gli scrivi mail o cerchi di contattarli pensando stiano in ferie o malattia o non in turno. Questa tecnica l’ho vista utilizzata in più aziende e l’ho paragonata alle vecchie interrogazioni a scuola quando la professoressa iniziava col dire: “Dunque vediamo, oggi interroghiamo…” e, con l’indice scorreva l’elenco dei nominativi sul registro. Noi cercavamo di mimetizzarci con il banco diventando tutt’uno per non essere visti.

Comunque la cosa che più mi ha lasciato senza parole sono stati i “mercatini” in occasione delle feste Natalizie, di quelle Pasquali e di altre ricorrenze varie. Ebbene si, perché voi non potete nemmeno immaginare che lungo i corridoi principali venivano allestiti veri e propri mercatini. Svariati banchi ambulanti (proprio come quelli che troviamo alle sagre o ai mercati) occupavano i corridoi con le loro merci.

Una mattina, con i miei due colleghi di stanza scendevamo a prendere il caffè come di consueto. Appena scesa rimango a bocca aperta nel vedere il primo stand di abbigliamento compreso di specchio e camerino prova. Essendo dicembre c’erano capi di abbigliamento adeguati alla stagione. Capispalla, cappotti, gonne e pantaloni. Già alle dieci di mattina c’erano clienti a sbirciare la merce chiedendo già le taglie disponibili. Camminando più o meno la distanza di due metri c’era il banco che vendeva prodotti fatti a mano tipo borsette all’uncinetto, sciarpone di lana colorate, berretti. Avevamo poi chi vendeva per raccogliere fondi prodotti provenienti dal Perù come ad esempio calamite o pochette. Addirittura era presente il banco di una nota catena di centri sportivi che offriva sconti e promozioni sugli abbonamenti; addirittura regalava gadget! Diciamo che la cosa mi ha lasciato a bocca aperta; non nel senso che è bello avere un piccolo "centro commerciale" sul posto di lavoro bensì, sul fatto che un'azienda di tali dimensioni e notorietà ospiti al suo interno una vera e propria "via dello shopping" in determinati periodi dell'anno. guardavo con il sorriso misto a sorpresa; annuivo quando mi dicevano che avrei potuto guardare e provare ogni capo. Domandavano se avessi voluto iscrivermi in palestra per mantenermi in forma. Per farla breve io non sapevo ne che faccia fare ne tantomeno cosa rispondere. Ricordo solo che guardavo, guardavo tanto e, ovviamente commentavo con i miei. Banchi di bigiotteria, camiceria, pellicce, cappotti e jeans. Insomma per essere fatto in un’azienda era tanta roba. Immaginate i dipendenti che ho descritto prima durante questi giorni:

“Ci andiamo a prendere un caffè? Cosi poi vediamo che c’è di bello al mercatino!”

In questi periodi partivano dai 30 ai 40 minuti di pausa che ovviamente non sono tracciabili. Anche perché quando era il momento del banco abbigliamento la fila cresceva perché le signore prima di acquistare il capo preferivano indossarlo per vederlo, ovviamente assieme alle colleghe che commentavano a grandi linee come stesse su di loro.

“Ma posso provarlo? Lei dice che mi va?”

“Ma certo signora, la taglia è la sua” (parliamo di una 50 adattata volutamente alla 46 della cliente)

“Ao Francè, che dici me lo provo tanto ci stanno i camerini. Mica lo trovi in giro sto vestito e se proprio lo trovi al doppio! Vabbè signora lo provo dove vado?”

“Guardi, si metta in camerino c’è anche lo specchio, qui siamo attrezzati” (premetto il camerino è composto da due pannelli di legno accomodati in un angolo con una tenda blu per l’ingresso).

Cosi lo shopping procedeva alla grande. Stampelle, buste, scontrini a bizzeffe. Ah, dimenticavo; non poteva mancare lo stand natalizio con panettoni, pandori e torroni e con i classici decori per l'albero. Dipendenti che ridevano, prendevano caffè, perché ovviamente il mercato veniva allestito li davanti e successivamente andavano a prendersi giusto quei cinque minuti di aria fresca fuori per scambiare due chiacchiere. Le giornate passavano così qui in azienda e la cosa strana che in un anno di mia permanenza li non sono riuscita ad adattarmi a loro. Le mie pause caffè duravano circa dieci minuti (come sempre tra l’altro) e, quelle pranzo una quarantina quando le facevo! Certo perché mica tutti i giorni andavo in pausa pranzo; magari prendevo un panino o facevo la fila alla mensa ma per poi portarmi tutto in stanza in quanto avevo da lavorare troppo. Ho conosciuto persone di ogni genere facenti parte di settori differenti ma con sempre le stesse abitudini che, quando durante il caffè dicevi in maniera educata: "Mesà che io salgo è quasi un quarto d'ora che sto in pausa" rispondevano: "Ma che ti frega mica vi controllano a voi consulenti". Adesso risponderei: E' ma nemmeno a voi dipendenti controllano altrimenti stareste tutti a casa sul divano senza lavoro! Sotto il periodo Pasquale si ripeteva la stessa situazione ma ovviamente trovavamo anche le classiche uova o i dolci. Tornavi in ufficio e vedevi questi che tornavano con buste di uova contentissimi di averli acquistati proprio li, sul posto di lavoro. Certi di aver “fregato” l’azienda perché invece di lavorare facevano shopping ma, felici di non doverlo fare fuori e dopo l’orario lavorativo. L’utile al dilettevole insomma.

Poi si lamentano se l’azienda vuole “sfoltire” o vuole far gestire determinati reparti (come ad esempio quelli informatici) a fornitori esterni… ci sarà un motivo no? Forse e dico solo forse perché gli interni non carburano come dovrebbero? O forse perché in effetti (magari non me ne accorgo io) c’è talmente tanto lavoro da non poter gravare sui propri che non riuscirebbero nemmeno a respirare? Mistero che non avrà mai esito.

(per questioni di privacy non pubblico foto del loco)


Passo e chiudo.

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